mercoledì 11 dicembre 2013

Claudio Di Scalzo: Mio fumetto così t'aspetto




MIO FUMETTO COSI' T'ASPETTO

A volte chiacchiero con un vecchio volume, Sansoni, dove stanno i personaggi e gli autori del fumetto. Manuale divulgativo e prezioso a testimonianza che a fine anni sessanta inizio-settanta l’interesse per il fumetto era ampio ed aveva permeato anche studiosi di letteratura alta e bassa, d’élite e popolare, come Eco e Oreste Del Buono. E in Francia c’era Barthes con i suoi piaceri del testo, e Lacan col suo inconscio come linguaggio anche a vignetta psico-rubante lettere e iniziali all'Io, e Derrida che decostruiva tutto. Io che mi trovavo a Parigi, giovanetto, pensai addirittura, leggendo Guy Debord, e scoprendo la prassi situazionista di usare il fumetto come eterodossia marxista, che la lotta di classe aveva un potente alleato. Poi è venuto il postmoderno  a dirci che Paperino di Carl Barks vale ogni animale metamorfizzato dal barocco in poi (e io son d’accordo) e oggi come si rimedia una definizione del fumetto al tempo di Facebook e del fumetto tradotto in automatico sul proprio diario-fotografia? Ho l’impressione che facezie linguistiche e storicistiche valgano ben poco. La deriva decostruzionistica nella letteratura vale anche per l’immaginario in china strisciata e albo letto come scalpo. Il mio vecchio volume Sansoni (che non è quello in copertina), però, soprattutto, se lo sfoglio in modo transmoderno, mi consola, e mi dice, attraverso certi autori, parecchio comics, umoristici, e avventurosi all’ennesima potenza, che si potrà tentare un’unione nei generi delle Arti mai vista prima! E che sarà una bella avventura. Allora salgo su L’Olandese Volante e ne dirigo la rotta anche fumettando l’oceano liquido telematico solcato. Ed è tutto quello che so in prassi ed ermeneutica navigazione. 



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