Napoleone personaggio di avventure noir
pubblicato dal 1997 al 2006 da Bonelli editore
ideato da Carlo Ambrosini
che vive in due mondi: uno reale e uno onirico-junghiano
Claudio Di Scalzo
NAPOLEONE DI TRADOTTO IN CROAZIA
(breve riflessione su Carlo Ambrosini sceneggiatore)
(breve riflessione su Carlo Ambrosini sceneggiatore)
Se il crimine, per estensione il
male, violenze e nequizie, sono accostabili a perversioni della psiche prodotte
da una materialità esistenziale feticisticamente incentrata sul danaro (MDM
diceva Marx e così è tuttora), il personaggio di Napoleone partendo dalle sue
dinamiche psichiche incentrate sull'etica del Giusto, fra l'altro eroico, era
la cruda rappresentazione in forma di narrativa disegnata della
contemporaneità del capitalismo. Non a caso l'ambientazione era la Svizzera. Mi
preme in questo post ricordare il talento da sceneggiatore-scrittore
di Carlo Ambrosini che nella dialettica parola-racconto-segno
disegnato ha prodotto con Napoleone e Jan Dix due attraversamenti assolutamente
originali della letteratura e dell'arte inscrivendo le due estetiche nel
fumetto e dando così alla pittura ed alla narrativa (penso ai richiami
pirandelliani o pessoani, penso alla biografia di Cézanne o Van Gogh) un nuovo
viatico per raggiungere altri esiti estetici e altri lettori (da condurre su
strade di conoscenza e gusto diverse).
Questo percorso è stato bruscamente interrotto perché i lettori di fumetti italiani prediligono (con gli editori) il meticciato manga o super-eroico americano oppure una sorta di via mediana semplificatoriamente letteraria (usando i cascami dell'horror o della letteratura d'avventura novecentesca o furbescamente patchwork con stilemi fantascientifici) sia nella sceneggiatura che nel disegno che è attardata (non nuova, meno potente) rispetto alla produzione citata. L'unica, che, incardinata, l'altrieri, su di uno staff di disegnatori di gran originalità segnica e con un direttore di scena e sinfonia come Ambrosini, superava anche, per originalità, i dannatissimi cugini francesi e inglesi.
Questo percorso è stato bruscamente interrotto perché i lettori di fumetti italiani prediligono (con gli editori) il meticciato manga o super-eroico americano oppure una sorta di via mediana semplificatoriamente letteraria (usando i cascami dell'horror o della letteratura d'avventura novecentesca o furbescamente patchwork con stilemi fantascientifici) sia nella sceneggiatura che nel disegno che è attardata (non nuova, meno potente) rispetto alla produzione citata. L'unica, che, incardinata, l'altrieri, su di uno staff di disegnatori di gran originalità segnica e con un direttore di scena e sinfonia come Ambrosini, superava anche, per originalità, i dannatissimi cugini francesi e inglesi.