Claudio Di Scalzo
Il dettaglio
nel giallo Kriminal lo traduco Bunker Mogol.
Sull’edizione della Mondadori
Comics
Ho acquistato, in edicola, il
primo volume, rilegato e costolato al meglio, in nero e giallo, che contiene sei storie dei primi albi di Kriminal. Edito dalla Mondadori Comics. Possiedo,
da lettore adolescente e collezionista, gli albi originali. E se voglio,
proustianamente, ritrovare il tempo perduto, quelli sfoglio. Ma ho provato
curiosità su quanta filologia editoriale, comprese le tavole restaurate
promesse, sarebbero apparse. La cura in questo senso è parca. Ma quanto, poi,
mi ha colpito, occhieggiando illLinguaggio dei particolari, è stato il cartoncino che reggeva il
volume nella sua confezione di busta trasparente. Che pubblico in esergo. “Max
Bunker: Kriminal”. Nessun riferimento, se non sul retro, al disegnatore. Che
poi era Magnus ed è Magnus. A quel punto a Luciano Secchi si è sovrapposta la
figura di Mogol. Del Mogol paroliere che sembra sempre volerci convincere che
senza di lui Battisti non sarebbe stato lo stesso. Non aggiungo altro. Un
particolare indiziario non può prestarsi ad una ermeneutica che consegni, a chi
scrive, la rivelata trama di un’amicizia, una rottura poi, con percorsi
separati. Però questa firma unica in alto, nel giallo, sembra voler relegare, convincerci?, un
maestro del fumetto, perché tale è Roberto Raviola in arte Magnus, che ci ha lasciati
nel 1996, a mero esecutore grafico. Però non è così. E la Mondadori, al
di là delle forzate attuazioni dei contratti sui copyright, forse avrebbe
dovuto proporre una cura più incentrata sul maestro. Perché altrimenti al di là
della rilegatura accattivante quest’operazione somiglia alle centinaia di ristampe che si
son susseguire nei decenni del secondo novecento fino alla estate scorsa.
Nessun commento:
Posta un commento